giovedì 3 marzo 2011

La nostra missione.





Il nostro impegno è mosso dalla convinzione del ruolo educativo prioritario delle famiglie, dal riconoscimento dell’importanza della partecipazione dei cittadini nel rendersi responsabili del futuro e della sostenibilità della vita nella nostra città e dalla volontà di avere un luogo dove “coltivare” queste idee per  aprire il confronto e stimolare una cultura cittadina verso la bioDIVERSITA’ e stili di vita e consumo consapevoli e sostenibili.
Crediamo infatti che “La cultura della sostenibilità è una cultura basata su una prospettiva di sviluppo durevole di cui possano beneficiare tutte le popolazioni del pianeta, presenti e future, e in cui le tutele di natura sociale, quali la lotta alla povertà, i diritti umani, la salute vanno a integrarsi con le esigenze di conservazione delle risorse naturali e degli ecosistemi trovando sostegno reciproco” (Tratto da DESS – Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2005/2014 – Assemblea Generale delle Nazioni Unite).
Il nostro obiettivo vuole andare oltre un semplice progetto di educazione ambientale o di produzione ortiva, pensiamo che “L’educazione ambientale ha ampliato, nel tempo, il raggio dei suoi interessi ma è stata sempre essenzialmente centrata sulla qualità dell’ambiente naturale ed umano, piuttosto che sugli aspetti sociale, economici e politici del cambiamento. Nonostante non tutti  siano concordi, molti oggi ritengono che l’educazione allo sviluppo sostenibile sia un concetto più ampio che tiene in considerazione  il futuro benessere sociale, economico ed ecologico delle comunità, nel più ampio contesto della salute ecologica terrestre… Educare allo sviluppo sostenibile ha poco a che fare con la trasmissione di un prescritto corpo di conoscenze e molto con l’esplorazione di tematiche e di relazioni ...Il successo di questa transizione alla sostenibilità dipenderà, nei prossimi decenni, da una forma di “apprendimento sociale” – il realizzare, cioè, che il nostro comune benessere in un mondo profondamente interconnesso dipenderà da una risposta creativa e cooperativa, piuttosto che dall’isolamento, dalla frammentazione e dalla alienazione .” (tratto da “L’educazione allo sviluppo sostenibile” S. Sterling, )
E riteniamo  che l’educazione sostenibile ci indiche anche un metodo di lavoro per attuare il nostro progetto come in M. Salomone : “ ... L’espressione educazione sostenibile indica un cambiamento della cultura dell’educazione che unisce teoria e pratica della sostenibilità. L’educazione sostenibile riconcilia le varie visioni dell’educazione, coniugando, in altri termini, il processo (che cos’è l’educazione) con lo scopo (a cosa serve l’educazione).”
Ci spiega meglio F.Simone dalla lettura di EDUCAZIONE SOSTENIBILE di S.Sterling (Anima Mundi editrice – collana foglie leggere 2006) “Sterling si auspica un ritorno ad una formula educativa che rinunci alla omologazione nozionistica e semplicistica al solo scopo dell’utilizzo produttivo, ma si faccia carico del luogo e della tradizione in cui il processo educativo si compie. In poche parole occorre che l’uomo di domani sappia in modo aperto e partecipativo comprendere e operare per lo sviluppo del territorio in cui agisce e di cui è parte integrante.
È la critica all’apprendimento meccanico parte di un modello centralista e insostenibile in favore della stimolazione dell’intuito, della riflessione, della creatività, dell’arte del modello sostenibile.
La volontà di riappropriarsi del potere delle parole, ampiamente sostituite e mortificate dal linguaggio semplicistico manageriale; la necessità di includere in un curricolo nozioni di biodiversità, di equità sociale; formare generazioni non più educate a competere e consumare ma a prendersi cura di se stessi e conservarsi, vuol dire per Sterling, ripartire dalle funzioni dell’educazione.
Se l’educazione deve svolgere funzioni di riconoscimento di se stessi in una comunità e quindi di integrazione sociale, come di formazione professionale ad un mestiere, è pur vero che deve svolgere in se funzioni altrettanto importanti di sviluppo delle potenzialità dell’individuo e di incoraggiamento per diventare attore interprete e partecipe dei cambiamenti futuri e della trasformazione della propria società. Da queste “ultime” funzioni liberali e trasformative, oggi sopravvissute più nella retorica che nella pratica dei fatti, si deve ripartire per una educazione sostenibile per una società che rinunci a sopravvivere ma continui per vivere.

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